RIFLESSIONI SULLA 2ª DOMENICA DI PASQUA (DOMENICA DELLA MISERICORDIA DIVINA), ANNO C

INTRODUZIONE

Le letture odierne ci offrono profonde intuizioni sulla natura della misericordia di Dio e su come essa trasformi le nostre vite.

  1. LA MISERICORDIA CI RAGGIUNGE ANCHE DIETRO PORTE CHIUSE

Nessuna paura, peccato o fallimento può bloccare la misericordia di Dio dal raggiungere il cuore umano. Quando ci sentiamo intrappolati dalle nostre lotte, possiamo invitare Cristo in quel luogo attraverso la preghiera, fiduciosi che la Sua misericordia è più grande di qualsiasi muro che abbiamo costruito. Questo è bellamente illustrato nella lettura del Vangelo (Giovanni 20:19-31), dove Gesù appare ai discepoli nonostante le porte chiuse, portando loro pace e perdono.

  1. LA MISERICORDIA DI DIO CI INCONTRA DOVE SIAMO, NON DOVE PENSIAMO DI DOVER ESSERE

Dio non esige perfezione prima di offrire la Sua misericordia. Al contrario, Egli accoglie onestà, vulnerabilità e umile riconoscimento della debolezza. Possiamo avvicinarci a Dio sinceramente, portando i nostri dubbi, ferite e debolezze alla Sua presenza, sapendo che la Sua misericordia ci abbraccia esattamente dove siamo.

  1. GUARIGIONE E NUOVA VITA FLUISCONO DALLE COMUNITÀ CHE PRATICANO LA MISERICORDIA

Dove la misericordia è vissuta attraverso il perdono, la pazienza e la compassione, avviene una guarigione autentica e una crescita all’interno della comunità. Possiamo creare spazi di misericordia nelle nostre famiglie, parrocchie e relazioni scegliendo il perdono al posto del risentimento. Le nostre parole e azioni possono diventare strumenti di guarigione ovunque ci troviamo.

  1. LA MISERICORDIA TI INVITA ALLA MISSIONE, NON SOLO AL CONFORT

Ricevere la misericordia di Dio non è la fine; è l’inizio di una nuova missione per portare pace, riconciliazione e speranza agli altri. Possiamo chiedere ogni giorno allo Spirito Santo la grazia di essere un segno visibile della misericordia di Dio per gli altri, cercando piccole opportunità per offrire pace, incoraggiamento e compassione nella nostra vita quotidiana.

  1. LA MISERICORDIA DIVINA TI DÀ IL CORAGGIO DI RICOMINCIARE

La misericordia di Dio ci libera dalla paura e ci dà la forza di risorgere dai fallimenti passati, riscrivere le nostre vite nella speranza e andare avanti nella fede. Prendi un passo concreto oggi verso la guarigione o la riconciliazione, non importa quanto piccolo. Credi che con la misericordia, Dio, ogni giorno offre un nuovo inizio e una nuova storia.

Che queste riflessioni ci guidino nel nostro cammino di fede e che la misericordia di Dio continui a trasformare le nostre vite e comunità.
Amen.

Don Nathaniel Bali

Lettera aperta dell’Arcivescovo Mons. G. Satriano alla Città di Bitonto

Il clima da Far West che negli ultimi giorni si respira tra le strade di Bitonto, caratterizzato da alcune recenti rapine e culminato negli “spari al cielo” della sera del 2 luglio, esige da parte di tutti, istituzioni civili, religiose e cittadini comuni, una seria riflessione dalla quale nessuno ha il diritto di esimersi. Desidero innanzitutto esprimere solidarietà e vicinanza al Sindaco, dott. Francesco Paolo Ricci, alle donne e agli uomini delle Forze dell’ordine e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà che quotidianamente si adoperano per una città migliore. Insieme a loro, la comunità cristiana non vuole arrendersi e consegnare la città alle logiche distruttive della criminalità. 

Invocare un rafforzamento della sicurezza è legittimo, necessario e quanto mai urgente, eppure la storia ci insegna che la repressione non è mai una soluzione e può illudere di trovare rimedi facili e veloci per risolvere problemi radicati e complessi, che riguardano il ‘tessuto’ della società. Le soluzioni, quando sono ‘a tampone’, non solo non servono a molto, ma col tempo non fanno altro che acuire i problemi. Urge un risveglio delle coscienze che coinvolga la città di Bitonto in una profonda conversione dei cuori di ciascuno e delle strutture di garanzia.

Se allo Stato compete quanto deve per la sicurezza dei suoi cittadini, tutti abbiamo responsabilità che non possiamo delegare a nessuno. Parlavo di un risveglio delle coscienze: noi ‘Chiesa’ abbiamo il compito di ripresentare all’uomo smarrito la mano tesa di Dio, unica vera protezione e garanzia di vita. Finché confidiamo solo nelle strutture dell’uomo non possiamo essere liberi dalla paura e dalla cattiveria, rimanendo incapaci di edificare una città veramente nuova.

La comunità ecclesiale, oggi più che mai, è chiamata a ricordare che gli spazi dell’umano e del quotidiano si costruiscono in dialogo con il divino e con l’eterno. Chi ha “sparato al cielo” l’altra sera, ci consegna un’immagine eloquente di un umano sprezzante della vita, che ha perso ogni riferimento valoriale al rispetto della dignità dell’uomo e un vuoto esistenziale che denuncia la perdita di Dio. Non dimentichiamo: tutto quello che scagliamo verso il cielo ricade su di noi. È il momento di rimettere mano alla carità civile, alla prossimità che si vive sull’uscio di casa, alla partecipazione che si esercita abitando con cura e attenzione le strade e le piazze (piazza dell’Orologio sembra essere una delle piazze di spaccio più grosse del territorio). I nostri padri hanno sognato questi luoghi, li hanno progettati e realizzati come spazi dell’incontro, mentre noi abbiamo lasciato che, progressivamente, si trasformassero in arene dell’illegalità. In modo attivo o passivo, siamo tutti coinvolti.

C’è bisogno di unirsi e adoperarsi per una Bitonto che sia nuova, fatta di persone belle e di “pietre” vive, di luoghi e spazi sottratti alla malavita e restituiti alla cittadinanza, nonché di un impegno corale per recuperare ad una vita dignitosa tutte quelle sacche di marginalità che offrono manodopera a buon mercato alla criminalità. Riappropriamoci di quanto ci appartiene, edificando percorsi ricchi di alleanze educative, prendiamoci cura di noi stessi avendo a cuore il bene comune; torniamo ad un rapporto significativo con Dio per ritrovare il volto del fratello: una Bitonto capace di attestare la sua unica bellezza è possibile.

4 giugno 2024

 Giuseppe Satriano, Arcivescovo

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